In questa Quaresima del 2025 l’attenzione e l’aiuto concreto della nostra comunità parrocchiale saranno indirizzati ai missionari riminesi che operano in Venezuela da anni. In questo Paese del Sud America le condizioni di vita di gran parte della popolazione sono assai peggiorate negli ultimi tempi. Ci impegniamo a conoscere un po’ di più questa realtà e ad avvicinarci con spirito di fratellanza, sostenendo i missionari. Cominciamo leggendo la lettera che ci è pervenuta da don Aldo Fonti, prete diocesano riminese che è potuto ritornare in Venezuela da qualche mese.
Carissimi,
dal passato mese di novembre sono tornato dopo 15 anni in Venezuela, la Guaira, dove molti anni fa abbiamo aperto la missione diocesana. Anche se qualche volta ero ritornato per brevi visite, ora che sono qui a tempi più lunghi mi accorgo che sono in un’altra Venezuela, per cui soprattutto il primo mese mi è servito per reinserirmi. Sono tornato senza incarichi istituzionali, solo a collaborare.
Vivo in una casa famiglia con due ragazzi diversamente abili (paraplegici), situata in un barrio (settore popolare) della parrocchia.
In questi primi mesi ho dato priorità all’accompagnamento del Centro San Martin de Porres, dove trimestralmente un centinaio di ragazzi (in questo momento 120) provenienti da zone povere e con poche opportunità, imparano un mestiere. (informatica livello base, assistente amministrativo, assistente farmacia, taglio e cucito, cucina, barberia,) e fra poco meccanica generale ed elettricità. Il corso dura tre mesi ed ogni trimestre passano per il Centro un centinaio di ragazzi. Oltre ad accompagnare il personale docente ed amministrativo, quest’anno mi voglio dedicare alla formazione umanistica-cristiana dei ragazzi con convivenze ed attività varie.
Approfitto per ringraziare la Diocesi che attraverso iniziative varie di beneficenza, (come “Oasi di Speranza”, Promozione umana in missione, Campo Lavoro ed altri volontari) ci aiutano non solo a sostenere le attività formative, ma anche a migliorare la struttura che essendo datata ha molto bisogno di mantenimento e ristrutturazioni.
Al settore ragazzi si aggiunge l’area infanzia cui attendiamo con 2 asili, uno per bambini da 6 mesi a due anni e l’altro fino ai 6 anni. Stiamo quasi ultimando la costruzione di un nuovo asilo.
Il fine settimana (venerdì, sabato e domenica) lo dedico ad una parrocchia di Caracas. Il nuovo Arcivescovo mi ha chiesto questa collaborazione in attesa di nominare il parroco. Si tratta di una vasta parrocchia nella periferia nord di Caracas dove lavora da anni un diacono permanente a tempo completo, io collaboro nei fine settimana.
Per terminare voglio ringraziare il Vescovo e la mia Chiesa di Rimini che mi ha permesso di vivere questa ulteriore esperienza già quasi alla fine della corsa. Uniti nella preghiera gli uni per gli altri vi saluto con affetto.
don Aldo
In Venezuela operano da diverso tempo anche le Suore dell’Immacolata Concezione, una congregazione religiosa riminese fondata da don Domenico Masi l’8 dicembre del 1925.
Il Venezuela è una repubblica federale, situata nel nord dell’America meridionale, poco sopra l’Equatore. La sua capitale è Caracas.
Il Venezuela ha dichiarato la sua indipendenza dalla Spagna nel 1811, diventata effettiva nel 1821.
Lo Stato conta più di 28 milioni di abitanti, molti di loro sono meticci. Il Venezuela, infatti, dagli anni ‘60, nel pieno della sua crescita economica, è stato meta di emigrazione da numerosi stati del mondo, tra i quali spicca l’Italia, che è la seconda comunità straniera più numerosa dopo quella spagnola.
Il Venezuela ha vissuto una forte crisi economica e sociale a partire dal 2015 con il governo dell’attuale presidente Nicolas Maduro. Negli ultimi 10 anni si stima che un quarto della popolazione (soprattutto giovane) sia emigrata, portando il Venezuela ad avere più persone emigrate di Stati in guerra come la Siria e l’Ucraina.
Anche le Suore dell’Immacolata Concezione, che operano nella diocesi di Mérida sostenute dalla nostra Diocesi, denunciano la grave situazione in cui versa lo Stato. Mancano medicine e sono riapparse malattie endemiche che erano state debellate.
Il salario minimo oscilla tra i 2 e i 3 euro.
Procurarsi cibo, medicine, pannolini, materiali per la pulizia e l’igiene personale è una vera sfida. I servizi sono al collasso, i blackout sono quotidiani e durano fino a 6 ore, per comprare il gas domestico bisogna aspettare mesi e fare la fila per giorni, anche il bagno non funziona e le comunicazioni come telefono e internet sono spesso fuori servizio.
Il sistema scolastico venezuelano prevede 4 livelli d’istruzione, dei quali, solo i primi 2 sono obbligatori:
- Prescolar: primo livello obbligatorio della durata di un anno a partire dai 5 anni di età;
- Educazione Basica: secondo livello obbligatorio che comprende tre tappe di tre anni ciascuna, a partire dai 6 anni di età;
- Educazione Media (distinta in Diversificada e Profesional): terzo livello non obbligatorio;
- Educazione Superiore: comprende la formazione professionale e può aver luogo nelle Università.
La scuola primaria inizia a metà settembre e finisce a giugno. La secondaria va da ottobre a luglio. A Natale sono previste 3 settimane di vacanze, a Pasqua una settimana e un weekend a carnevale (poiché è una festa molto sentita).
Le Suore dell’Immacolata Concezione operano nell’Arcidiocesi di Mérida, in particolare nella Casa Padre Domenico Masi, un luogo adibito a scuola dell’infanzia dove si offre istruzione e formazione. Nella Casa, infatti, vengono formati catechisti, giovani, bambini e adulti.
La Casa ha anche una sala da pranzo dove ogni venerdì si offre da mangiare a circa 100-150 persone.
Le Suore con l’aiuto di professori e laici, portano avanti numerose opere missionarie, tra le quali l’animazione missionaria e le visite alle parrocchie locali, poiché la Chiesa è un grande supporto nella profonda crisi che sta vivendo il Venezuela.
Leggiamo la testimonianza di una suora.
In Venezuela, abbiamo svolto il nostro lavoro pastorale per più di 35 anni, mettendoci in evidenza nella formazione, nell’accompagnamento, nella somministrazione di cibo e bevande, nell’educazione dei più bisognosi e ci siamo riusciti, avendo nell’Arcidiocesi di Mérida una bella popolazione per la quale allegheremo alcune foto delle attività che la congregazione svolge in questo paese attuale. Accettiamo che fino a 5 o 6 anni fa si potesse fare tutto ciò che si proponeva e cioè che vivere in Venezuela oggi è un sfida, ci sono carenze e carestie diffuse; le medicine non si trovano facilmente; Molti pazienti che continuano i trattamenti che non possono interrompere sono disperati. Gli ospedali sono in totale degrado, senza le attrezzature necessarie, non hanno le forniture per il loro corretto funzionamento. La mortalità nel Paese è salita a livelli inaccettabili, sono riapparse malattie endemiche che erano state debellate. Ciò è aggravato dal fatto che i salari sono esageratamente bassi poiché il salario minimo oscilla tra 2 e 3 euro, il che rende quasi impossibile soddisfare le condizioni minime di vita. È una vera sfida procurarsi cibo, medicine, pannolini, materiali per la pulizia e l’igiene personale, prendersi cura delle infrastrutture o pagare al personale lo stipendio che realmente merita per il proprio lavoro. Inoltre i servizi sono al collasso, i blackout fino a 6 ore sono quotidiani, per comprare il gas domestico bisogna aspettare mesi e fare la fila per giorni, anche il bagno non funziona e le comunicazioni come telefono e internet sono spesso fuori servizio. La carenza e la carenza di pezzi di ricambio hanno fortemente limitato il trasporto pubblico.
La Casa Padre Domenico Masi è un luogo adibito a scuola dell’infanzia, che serve ogni giorno più di 140 persone, tra bambini e adulti, per dare loro una buona educazione, alcuni di loro sono rimasti soli a causa della migrazione, formiamo catechisti, giovani, bambini e adulti, diamo da mangiare a chi arriva affamato e dispone anche di dieci laici che, a causa della situazione, spesso non hanno cibo in casa, più volte loro stessi sono lì a servire la Chiesa senza colazione e la congregazione viene curata quotidianamente. Ciò rende più difficile stabilire un budget per le spese che abbiamo nella nostra comunità.
Uno dei fondamenti della missione del Venezuela è il sostegno ai bambini. ai giovani e agli adulti. Qui i bambini vengono accuditi con le loro famiglie. Si dà loro un’istruzione, si fa in modo diretto e insieme a loro si fa il lavoro pastorale, il catechismo della parrocchia, conferenze, incontri, convivenza, animazione missionaria, abbiamo anche la sala da pranzo dove diamo da mangiare a circa 100-150 persone ogni venerdì, diamo un buon pasto poiché il Venezuela sta attraversando una situazione complicata, essendo professori del seminario che accompagnano le opere missionarie. pontificali sia per l’infanzia missionaria che per le diverse opere missionarie pontificie dell’arcidiocesi di Mérida e consiste specificamente nel visitare ciascuna parrocchia per fare tutto un’animazione missionaria e che l’evangelizzazione non muoia nel Paese poiché la Chiesa rappresenta un fondamento straordinario in tutta la crisi che stiamo vivendo.