Una luce in fondo al COVID
Cari amici,
questa lettera sulla Pasqua di Resurrezione del Signore si apre per noi con una speranza: che il Signore Gesù risorto dalla morte chiede di illuminare la nostra vita e il nostro buio. Nei giorni in cui va in stampa la Lettera sono alle prese con il COVID: dopo averne visto gli effetti (e la sofferenza) negli altri ora è il mio turno. Eppure in questo tempo sono tante le occasioni in cui nasce dentro di me la parola GRAZIE al Signore, che viene ancora una volta a visitarci, ovunque siamo, per dirci che non siamo mai da soli. Le mie giornate passano custodite dalla preghiera e dall’affetto di don Renato e di Marco, che fin da subito si sono presi cura di me con la loro vicinanza e amicizia sincera. Ed è unita all’affetto, la vicinanza e il bene di tante persone non solo nei miei confronti, ma anche di chi si occupa dei vari ambiti della Parrocchia.
È per questo che in preparazione alla Pasqua prendo come “foto” mio nipote Thomas, che costruisce una torre di Lego ed è lo sfondo del desktop del mio computer. Costruisce, guarda, cambia, sposta, ricostruisce, con i vari “mattoncini”: sono le icone che rimandano a documenti, immagini, appunti, etc. etc. Rimandano a volti ben precisi, situazioni parrocchiali, cartelle che contengono idee, sogni, prospettive, beghe (quelle ahimè non mancano mai…).
Pensando a quella foto mi viene in mente il salmo “Se il Signore non costruisce la città…” (Sal 126): in questo tempo di stop & go a causa del Covid, ancora una volta vengo messo davanti alla certezza che il Regno di Dio chieda il nostro impegno nell’offerta di ciò che siamo e di ciò che possiamo (prima che di ciò che facciamo). Ascoltare l’altro, la sua storia, aiutarlo a sistemare fogli sparsi e colorati che chiedono di essere messi su un tavolo per essere ordinati. E fare tutto questo con l’aiuto di Dio, come impegno che richiama tutti noi. Forse una delle grandi urgenze di questo tempo è il trovare spazi di ascolto: una vera forma di carità, che riguarda tutti noi. Il Signore ci invita a prendere i vari mattoncini, a collegarli insieme a Lui, a capire che è Lui che ha il progetto (e non noi) e che ciascuno può essere parte di una costruzione, una costruzione che si fonda sulla terra ma che guarda il cielo, un po’ come un albero.
Ed è l’albero della croce, legno in cui viene crocifisso il nostro Salvatore, che riscatta un altro albero (quello del peccato di Adamo ed Eva) e ci inserisce dentro una luce travolgente, la luce del mattino di Pasqua. In questi giorni celebro la S. Messa ogni giorno nella mia stanza: lì nel mio piccolo cerco di offrire i vari “mattoncini”, la mia vita, la mia preghiera, la vita di tante persone che pregano per me, le persone che non conosco e che cercano Dio.
Auguri di una santa Pasqua di resurrezione: in tutte le condizioni di luce (o di buio) in cui vi possiate trovare, la Luce di Cristo prima o poi farà il suo ingresso: è questione di tempo, e questo “tempo di attesa” è comunque benedetto.
don Eugenio
Per leggere e scaricare integralmente la lettera di marzo, potete cliccare QUI (il file è in formato PDF e pesa circa 3MB).