Cari amici, il tempo sembra essersi fermato.
In questi giorni pensando alla situazione che stiamo vivendo quotidianamente, mi è venuto in mente un famoso romanzo: Cristo si è fermato a Eboli, di Carlo Levi.
Superiamo la storia romanzata e proviamo ad entrare nella situazione di chi si sente abbandonato da tutto e da tutti. Siamo “confinati nelle nostre solitudini”, come il protagonista del libro.
Questo è sicuramente il primo sentimento umano. Però mi sono detto e ripetuto tante volte, in questi giorni: tutto ha un senso, tutto può servire se riusciamo a leggervi la nostra storia di salvezza.
Ecco perché ho cominciato a produrre messaggi audio, filmati sulle varie chat. Ad invitare a partecipare alla messa in streaming e inviare tracce di preghiera alle famiglie dei nostri ragazzi.
È un modo nuovo di fare il prete. Il Coronavirus scombina anche la “tradizione” ormai consolidata della comunità cristiana.
Non vi nascondo che fa un certo effetto celebrare a “porte chiuse”, coi preti ed i diaconi del Crocifisso. Però è stimolante. Si celebra a turno, si scambiano confronti sulla parola di Dio in diretta… insomma sembra di vivere un eterno campo estivo.
Le mie giornate trascorrono in un maggiore silenzio; sento però il vostro affetto e la vostra partecipazione.
Vorrei anche essere vicino a chi in questi giorni ha perduto delle persone care. Purtroppo ci sono restrizioni anche nell’ultimo saluto su questa terra ai nostri defunti. Vorrei ricordarli, così tutti possono pregare per loro e con loro: Edda Manenti, Erminia Allegrini, Mimmo Di Giacomo.
Un abbraccio “a distanza” a tutti voi e buon proseguimento di cammino…
don Giuseppe